Articolo tratto da VPocket – Esteticamente Parlando (Dicembre 2018)
L’appuntamento informativo sui trattamenti e le tecnologie disponibili nel campo della medicina estetica, con la consulenza di chirurghi plastici e di medici specializzati in medicina estetica.
In una società oggi sempre più longeva il medico estetico assume un ruolo poliedrico e rilevante, dato che la medicina estetica rappresenta ormai anche un importante valore predittivo e corrisponde ad una scienza che si prende cura della persona nel suo complesso, attraverso indagini, diagnosi e strumenti ad ampio spettro.
É una vera e propria medicina interna, ci conferma il dott. Emilio Pignatelli, medico chirurgo specializzato in medicina estetica, in quanto si occupa dello stato di salute generale del paziente e del suo relativo recupero finalizzato all’indirizzo estetico, passando attraverso la conoscenza dell’endocrinologia, della nutrizione, della fisiatria, della ginecologia, ma anche di posturologia, flebologia e dermatologia, dalle quali trae pertinenze specifiche.
All’origine di un disagio estetico ci può essere infatti un problema posturale, alimentare, cutaneo, legato allo stress o ai disturbi del sonno, piuttosto che una disfunzione ginecologica; il medico estetico dunque non si limita ad ottenere il miglioramento richiesto dal paziente a livello “visivo” ma si occupa anche del recupero della funzionalità dell’organo interessato, secondo il nuovo concetto di ”healthy aging” che prevede di prendersi cura del buon funzionamento cellulare ed il nostro compito, prosegue il dott. Pignatelli, è quello di garantire la migliore efficienza possibile anche nella terza e quarta età, contrastando i danni del tempo iniziando dall’interno del nostro organismo.
Ma quella estetica è anche una medicina del “quotidiano” che si pone l’obiettivo di ridurre, o quando possibile eliminare, tutti quegli inconvenienti che ostacolano il raggiungimento di una buona qualità di vita sia sul piano fisico che su quello psicologico.
Il medico estetico è quindi una figura specialistica che non solo interviene sulla cura degli inestetismi ma che si occupa realmente di prevenzione, soprattutto per quanto concerne i nuovi capitoli dell’aging, attraverso competenze specifiche, tecnologie e materiali in costante evoluzione e che dunque non si può certo definire tale solo perché autorizzato ad iniettare filler, tossina botulinica o rivitalizzanti; il suo percorso formativo deve obbligatoriamente includere un corso post universitario quadriennale che tenga conto delle varie discipline che la medicina estetica contempla, ed anche in Italia ci sono ormai delle vere e proprie scuole di medicina estetica (Bologna, Roma, Milano, ecc…) che formano centinaia di medici che diventano veri e propri specialisti del settore.
L’obiettivo principale del medico estetico si conferma essere quello di eliminare, o perlomeno ridurre, un dismorfismo o un inestetismo reintegrando, ove possibile, uno stato di normalità; cellulite, insufficienze veno linfatiche, posture scorrette, magrezza o sovrappeso, irregolarità cutanee, invecchiamento, ipercromie, irsutismo, vengono trattati da un punto di vista estetico, ma il compito del medico estetico è anche di valutare più velocemente possibile il collegamento del disturbo a patologie che lo possono avere innescato che se trascurate possono cronicizzarsi, con conseguenze importanti come nel caso di varici, obesità, sovrappeso, invecchiamento e disturbi della postura, cifosi, scoliosi, piede piatto, ecc.
È proprio da questo orientamento dello specialista che deriva il ruolo di prevenzione della medicina estetica che negli ultimi anni si è affiancata all’antiaging, sottolinea il dott. Pignatelli e proprio per questo nella mia struttura medici estetici tradizionali vengono affiancati da specialisti veri e propri come la ginecologa, l’endocrinologo o il dermatologo.
Altro fattore da considerare è la sempre più evidente strutturazione della medicina estetica rispetto alla chirurgia estetica; mentre una volta il chirurgo estetico si occupava anche di medicina estetica ormai, nella maggior parte dei casi, le due discipline, pur integrandosi, sono proposte da figure differenti e ben identificabili secondo due profili specifici: la medicina estetica valuta l’inestetismo o il deficit funzionale trattandolo e cercando di migliorare la qualità del funzionamento dell’organo interessato, il chirurgo estetico approccia la parte estetica unendo la propria abilità alle tecniche sempre più aggiornate atte a ridare dimensione al tessuto interessato, rendendo sempre più invisibili le cicatrici procurate dall’intervento.
Possiamo dunque affermare come le due tecniche siano sinergiche proprio perché il chirurgo troverà un tessuto molto più aderente alle sue necessità se questo sarà stato precedentemente trattato dal medico estetico che ne avrà migliorato la struttura, a sua volta il medico estetico riscontrerà nella collaborazione con il chirurgo la possibilità di accontentare il paziente nei casi in cui la sola medicina estetica non sia in grado di ottenere il risultato richiesto.
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